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Immagine del redattoreStefano

Quanto la balbuzie può influenzare il percorso di vita

Aggiornamento: 12 ott



Ho sempre pensato che la balbuzie fosse solo un problema di linguaggio, un piccolo difetto che, in qualche modo, potevo nascondere o aggirare.


Ma col passare degli anni mi resi conto di quanto, in realtà, stesse condizionando ogni aspetto della mia vita.


Non era solo una questione di parlare: era qualcosa che stava lentamente prendendo il controllo su di me, plasmandomi in modi che non avrei mai immaginato.


All'inizio, pensavo che bastasse evitare certe situazioni per cavarmela.

Se non dovevo fare presentazioni o parlare davanti a un pubblico, tutto andava bene, no?


Ma presto capii che non era così semplice.


La balbuzie non si limitava a quei momenti di tensione, a quelle parole che non uscivano. Era sempre lì, anche quando non parlavo. Era nella mia mente, nei miei pensieri, nei miei sogni.


Mi sentivo come se fossi sempre sotto pressione, anche nelle situazioni più banali.


Ricordo bene il giorno in cui capii quanto la balbuzie stesse influenzando il mio futuro.


Ero all'università, seduto in classe, quando il professore chiese a ognuno di noi di presentarsi brevemente.


Un compito semplice, no?


Beh, non per un balbuziente.


Quando arrivò il mio turno, sentii quel nodo ormai familiare stringermi la gola. Le parole che avevo in mente non volevano uscire.


Il mio nome, il mio semplice nome, sembrava impossibile da pronunciare.


Mentre mi sforzavo, sentivo gli occhi dei miei compagni su di me, e quella sensazione di vergogna mi divorava dall'interno.


Quel giorno tornai a casa con un senso di sconfitta.


Non era la prima volta che la balbuzie mi metteva in difficoltà, ma fu in quel momento che realizzai quanto stava limitando le mie possibilità.


In quel preciso istante, capii che non si trattava solo di non riuscire a parlare: stavo rinunciando a esperienze, a opportunità, e stavo iniziando a costruire la mia vita attorno alle mie paure.


Evitavo qualsiasi cosa che potesse mettermi in imbarazzo: niente discorsi pubblici, niente conversazioni importanti, niente occasioni in cui avrei potuto balbettare.


La balbuzie non stava solo influenzando il mio presente, ma stava costruendo un muro tra me e il futuro che desideravo.


A volte mi chiedevo cosa sarebbe successo se non avessi avuto questo problema.


Avrei scelto un percorso di studi diverso? Avrei fatto carriera in un altro campo? La risposta era sempre la stessa: sì, probabilmente avrei fatto molte cose diverse.


Ma la verità è che stavo lasciando che fosse la balbuzie a decidere per me. E questa realizzazione era devastante.


Anche nelle relazioni personali, la balbuzie giocava un ruolo enorme. Evitavo di fare nuove amicizie, temendo di non riuscire a sostenere una conversazione senza bloccarmi.


Persino nelle situazioni quotidiane, come andare al supermercato o ordinare da mangiare in un ristorante, sentivo crescere l'ansia.


La paura di balbettare mi teneva costantemente sotto scacco. E con il tempo, tutto questo aveva un peso.


Mi sentivo sempre più isolato, incapace di esprimermi, come se fossi invisibile agli altri.


Ma la verità è che il vero pericolo della balbuzie non è solo nel parlare.


È il modo in cui ti convince, poco a poco, che non vali abbastanza.


Ti porta a mettere in dubbio le tue capacità, a credere che il mondo sia troppo difficile per te.


Cominci a pensare che è meglio stare in silenzio piuttosto che rischiare di sembrare ridicolo.


E così, gradualmente, ti ritiri, scegliendo una vita più sicura, ma infinitamente più piccola di quella che desideri.


La balbuzie rischia di rovinarti la vita non solo perché ti impedisce di parlare, ma perché ti impedisce di essere te stesso.


Ti fa sentire costantemente inadeguato, come se fossi intrappolato in un corpo che non ti appartiene. E ogni volta che eviti una situazione per paura di balbettare, la gabbia diventa più stretta.


Cominci a costruire una versione di te stesso che è dettata dalla paura, non dai tuoi desideri.


C’è un punto in cui ti rendi conto che continuare così non è più un’opzione.


Per me, quel momento arrivò quando iniziai a perdere non solo opportunità, ma anche la fiducia in me stesso.


Non potevo più accettare che la balbuzie fosse il filo conduttore della mia vita.


Dovevo cambiare, dovevo trovare un modo per riconquistare la mia voce, non solo per parlare meglio, ma per tornare a vivere come volevo.


Il percorso non è stato facile, e non lo è mai. Ma ciò che ho imparato è che la balbuzie non deve definirti.


Non deve essere la lente attraverso cui vedi ogni aspetto della tua esistenza. Sì, è una sfida, ma non una condanna.


Con il giusto supporto, con la volontà di affrontare quella paura e di non lasciarla governare ogni scelta, è possibile riprendere il controllo e costruire una vita che non sia limitata dalla balbuzie.


Se ti trovi in questa situazione, sappi che non sei solo. La balbuzie può sembrarti un mostro insormontabile, ma esiste una via d'uscita.


Non è mai troppo tardi per ricostruire la tua vita, per riprendere il coraggio di parlare e di mostrarti per quello che sei.


Non permettere che la balbuzie ti rubi la voce, perché la tua voce è molto più forte di qualsiasi blocco.

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